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domenica, agosto 16, 2015

RIFLESSIONE SULL'AIDS
O perché scandalizza, terrorizza, lascia atterrito o soltanto imbarazzato di fronte all'ignoto, o perché fa sentire impotente e intimorito di fronte al dolore e a situazioni diverse, l'AIDS sempre ti pone davanti i tuoi limiti. Superandoli potremmo scoprire che oltre i nostri timori, oltre la provocazione della malattia si trovano delle persone, alcune fragili, intimorite quanto noi se non di più, altre più forti e che stano dando cuore e anima per gli altri. Sorella Morte ci ha portato via tanti amici stretti che sono stati dei sostegni importanti per noi e per il loro prossimo. Prima che ce li porti tutti via è importante andare al di là di questi limiti, di questa nostra paura, altrimenti si perdono delle occasioni formidabili di crescita personale. 
Spesso quello che crediamo un nostro limite non è altro che un passaggio, oltre può esserci l'inizio di un nuovo cammino oppure una semplice richiesta di rispondere in modo corretto a certi enigmi della vita.
                                                    
 -- Nadine Léon.


venerdì, giugno 12, 2015

Presentazione del libro




TENDA8SPERANZA Da Bruco a Farfalla

Questa opera corrisponde al desiderio di dare un contributo sia alla lotta contro l'AIDS, sia a quella contro la discriminazione che spesso si trova a subire chi si ammala di questa patologia. Trattandosi di un'opera di divulgazione, essa è rivolta a un pubblico di lettori il più vasto possibile ed è scritta sotto forma di romanzo nel quale la mamma affidataria di un bambino sieropositivo narra delle proprie esperienze.

Eravamo amici di un'associazione, la Tenda di Cristo, che ospitava nelle sue comunità ragazzi sieropositivi e malati terminali, perciò l'AIDS è diventato in qualche maniera un nostro compagno di strada. Durante questo periodo ho avuto quindi modo di vivere, insieme alla mia famiglia, un rapporto diretto con questa malattia, come amica e sotto un certo aspetto come volontaria. Dietro la storia legata all'AIDS, vera protagonista dell'opera, si definiscono i tratti di uno stile di vita alternativo, dove l'essere, l'altruismo, la solidarietà, la ricerca dell'essenzialità e il dono di sé diventano una risposta gioiosa alla sofferenza e l'espressione concreta di una dimensione spirituale. Ne sono in qualche senso la sua materializzazione.

L'AIDS non è soltanto una tragedia, è una rimessa in questione dei nostri comportamenti, un monito impietoso ad alcune trasgressioni non solo di regole  morali, ma anche tras-gressioni di leggi naturali come l'igiene, l'amore, il rispetto, la preservazione della salute propria e altrui. 
Molti dei nostri comportamenti distruttivi si producono in automatico, spesso finiamo col diventarne prigionieri, senza pensare troppo alle conseguenze. L'AIDS è stato lo stop, l'indicatore di un limite da non superare... oltre c'era il punto di non ritorno, c'era la morte. Una morte lenta e devastatrice.

L'AIDS, per essere chiari, è una sindrome, cioè un insieme di malattie che finiscono col distruggere l'organismo umano e che proviene dall'effetto letale di un nemico microscopico, un semplice virus, il virus HIV. È Davide che distrugge Golia. Ma varrebbe la pena di chiederci chi è Davide, chi è Golia e qual'è il significato profondo di tutto questo.

Il virus dell'AIDS è ben più di un fattore patologico ed è meritevole della nostra più grande attenzione, non solo al fine di ricerca medico-scientifica, ma perché veicola in sé una presa di coscienza. Questo virus non va guardato solo da vicino con il microscopio. Bisogna saperne prendere le distanze non solo fisicamente per evitare il contagio, ma anche concettualmente perché guardandolo da lontano forse riusciremmo ad analizzare pienamente a quali comport-menti dell'intera umanità dice il suo stop.

In realtà questo Davide è un prodotto della natura e si manifesta sotto la forma di un minuscolo virus di fronte al gigante Golia, simbolo dell'ego inflazionato dell'essere umano, e che altro non è che il suo atteggiamento sbagliato, quello di credersi al di sopra di tutto. Davide non è Dio, come alcuni ignoranti hanno proferito, e il virus non è un suo castigo, ma uno dei volti della povertà. E allora cosa sta sollecitando la natura in noi? Cosa ha da dirci questo piccolo virus? E quale mappa sta designando a scala mondiale?

Mi piacerebbe che il lettore tenesse sempre in mente questi interrogativi, che tenesse mente e cuore aperti per potere captare a pieno il vero senso di tutto questo scempio.

L'autore.