domenica, settembre 06, 2015

Umanità alla deriva

Umanità alla deriva.

Migliaia di migranti che si ammassano alle frontiere.
Nel loro magro bagaglio trasportano la disperazione
e un sogno di giorni migliori.
Vecchi o giovani, arrivano a volte soli,
spesso con tutta la famiglia.
E un bambino.

L'umanità che si arena.

Un fiume d'umani ogni giorno in fuga dal proprio paese.
Stanchezza, terrore, maltrattamento, sfruttamento, rifiuto.
Tutta questa gente sconvolta lascia un inferno per trovarne un'altro.
Si ritrovano come dei relitti rigettati dalla marea.
Et sulla spiaggia un bambino.

L'umanità che affonda.

Una folla di disperati chiusi dentro dei campi
vivono in condizioni disumane
oppure partono stipati in treni, a piedi o in barconi
spinti dalla fame, dagli orrori della guerra,
dall'incubo della miseria.

E sulla spiaggia un bambino
steso sulla pancia.

L'umanità che naufraga.

Una folla d'insensati che non sanno più dove andare,
dove riposarsi, dove rifugiarsi, in cerca di un posto
più accogliente dove ricomminciare a vivere...
Contro erigiamo muri costruiti con i nostri cuori di pietra.
Contro erigiamo barriere di fili spinati,
intrecciati con il nostro egoismo e la nostra crudeltà.

E sulla spiaggia un bambino
steso sulla pancia.
Morto.

L'umanità che finalmente si scandalizza,
la tempesta mediatica che si scatena.
É questa la goccia che farà traboccare il vaso?

Un bambino. Migliaia di bambini.

Non lasciamo la nostra coscienza
naufragare nel Mare dell'indifferenza...




--Nadine Léon Tenda8Speranza.

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